Aiuto ai Compiti

Doposcuola alla Parrocchia Santa Maria della Speranza di Bucaletto a Potenza

Attivita di supporto allo studio

La nostra parrocchia organizza, grazie ai suoi volontari, ai volontari della cooperativa ADAN e ai volontari del CIF (Centro Italiano Femminile) l’aiuto ai compiti e il recupero scolastico per scuole elementari, medie e superiori.

L’attività inizierà dal 2 Ottobre 2023 con un contributo mensile di 10,00 €, si svolgerà dal Lunedì al Venerdì dalle 15:30 alle 18:00.

Avremo a disposizione anche professori qualificati di matematica, inglese, chimica e fisica.

Non è necessaria alcuna iscrizione, basterà semplicemente portare vostro figlio/a e versare il contributo ogni primo Lunedì del mese.

Alcune regole per un corretto dopo scuola:

  • Prendere l’impegno di venire con costanza al doposcuola perché altrimenti tutto il lavoro messo in piedi risulta inutile;
  • Il numero massimo di ragazzi ammesso al doposcuola sarà di 30 (trenta)ragazzi/e. Qualora si raggiungesse tale cifra chi si iscriverà più tardi sarà inserito in lista d’attesa;
  • Alla rinuncia di qualcuno, o se qualcuno dovesse mancare per 2 settimane senza valida motivazione, procederemo a scorrere la lista d’attesa;
  • Qualora ci fossero comportamenti scorretti sarà cura dei volontari decidere se sospendere o allontanare definitivamente il ragazzo/a dal doposcuola.

Grazie e vi aspettiamo 🙂

Per info:

Don Luigi: 3474224657
Don Salvatore: 3479325457
Suor Gabriella: 3888050655

  • Approfondimenti

    Sostegno scolastico: IMPARIAMO AD IMPARARE?

    Presso la nostra parrocchia “Santa Maria della Speranza” dal settembre 2022 viene offerto, per 5 giorni alla settimana, un servizio di cosìdetto recupero scolastico ai ragazzi/e del quartiere e non solo. É un servizio rivolto a bambini/e e ragazzi/e di tutte le età, da quelli che frequentano la scuola primaria a quelli della secondaria di secondo grado.

    L’input è arrivato da parte di alcuni genitori che, rivolgendosi ai parroci don Luigi e don Salvatore hanno ripetutamente chiesto se ci fosse la disponibilità di volontari che sostenessero i figli nello studio. Per lungo tempo negli anni precedenti, infatti, erano presenti addirittura due doposcuola nel quartiere, quello della Caritas Diocesana e quello operante presso il CIF (Centro Italiano Femminile).

    Per ragioni diverse, ma anche a seguito della sospensione avvenuta in occasione della Pandemia da Covid-19, entrambe le realtà non avevano ripreso la loro attività. Vista la disponibilità della nuova  parrocchia tutti gli attori in campo hanno convenuto che fosse questo un luogo particolarmente idoneo e così, soprattutto grazie all’impegno del CIF (che ha deciso di sostenere le attività con una significativa collaborazione attraverso i suoi volontari del servizio civile) a tutt’oggi l’attività dello studio è preziosa e addirittura essenziale per molti ragazzi/e del nostro quartiere. Fin dall’inizio, infatti, il servizio di sostegno allo studio ha visto impegnate 3 giovani volontarie in servizio civile del CIF e con il tempo, nel limite delle possibilità, anche la responsabile coordinatrice Ausilia Greco, inoltre fin da subito, si è resa disponibile anche una delle suore presenti nella nostra parrocchia, suor Gabriella delle suore di “ Maria Bambina”, che ad oggi organizza il nostro doposcuola.

    Successivamente il CIF ha aperto anche alla possibilità di un servizio da parte di donne inserite in altri progetti coordinati dallo stesso ente, con l’intento soprattutto di custodire e animare i ragazzi: alcuni infatti chiedevano semplicemente di giocare, mentre gli altri presenti nel doposcuola una volta terminato lo studio volevano unirsi al gioco, necessitando di una presenza più corposa di adulti che potessero prendersene cura.

    Ci teniamo anche a precisare la scelta di non chiamare doposcuola il cammino che non solo si propone, ma si desidera “costruire e fare” tutti insieme: sacerdoti, religiose, volontari, ragazzi, genitori e in alcuni casi anche scuola: prioritaria è la consapevolezza che la parrocchia sia per tutti, in questo caso per i ragazzi, luogo di crescita umana e spirituale (senza scindere le due dimensioni), ma che anzi accoglie anche le diversità facendosi maestra di inclusione, avendo all’interno del percorso di studi anche ragazzi della comunità musulmana presente nel quartiere. Si tenta quindi sempre di offrire un contesto educativo adeguato e di creare un clima di integrazione e accoglienza, in cui si coltivino relazioni significative per tutti.

    Il percorso dell’accompagnamento scolastico si inserisce certamente in questo contesto. Il primo punto di forza sono quindi le relazioni che si costruiscono con e tra i ragazzi, con e tra i genitori, i volontari, la comunità, la scuola. Certo, siamo solo in cammino e procediamo a passi piccoli piccoli, ma il cammino si fa camminando e confidando.

    Si intende creare nei ragazzi, e prima ancora nei genitori, che non è affatto sufficiente accontentarsi dello svolgimento dei compiti per il giorno successivo, giusto per evitare un impreparato (in chi avesse almeno questa preoccupazione) ma di offrire un discreto accompagnamento allo studio affinché  i ragazzi imparino ad imparare.

    Obiettivo immediato sarebbe quello di offrire loro l’opportunità di recuperare le poche o tante lacune che costituiscono, a volte, un muro insormontabile nel tentativo di rispondere alle consegne ricevute.

    Obiettivo a lungo termine, senz’altro ambizioso, è che pian piano amino imparare, coltivino il gusto della conoscenza, un po’ di curiosità affinché menti e cuori si aprano ad orizzonti più ampi di quelli imbottigliati nella passione per il calcio, la play station, per avere menti capaci di superare i modelli a cui l’indottrinamento spesso incontrollato dei media ci sottopone.

    Vorremmo far assaporare la conoscenza come finestra che si spalanca sulla comprensione di sé, dell’Altro/altro, del mondo.

    Se don Milani scriveva nella sua fantastica, piccola scuola di Barbiana “I Care…mi interessa, esatto contrario del motto fascista me ne frego” in questa minuscola esperienza di Bucaletto, come suoi discepoli, sottolineiamo e sposiamo anche altre sue grandi intuizioni che riteniamo molto concrete oltre che sagge.

    Prima fra tutte considerare che la conoscenza ha un fine ultimo: “Dedicarsi al prossimo e intendere gli altri e farsi intendere”.  La scuola deve suscitare la capacità di dare la parola, di farla capire, di aprire e liberare le menti ed i cuori e di raggiungere gli altri. Comprendere le altrui motivazioni, culture e avere la consapevolezza e la capacità di esprimere il proprio pensiero è liberante per imparare ad amare e a vivere in pace.

    E se, sempre con don Milani, ricordiamo ai ragazzi che: “Quel che non impari oggi è un calcio nel culo domani”, non è certo perché intendiamo porci come un’ennesima palestra di addestramento alla competizione (benché a volte il nostro linguaggio tradisca anche contaminazioni di questo tipo) ma solo perché riteniamo giusto che tutti dispongano di strumenti adeguati. Anche e soprattutto questo costruisce la Pace. E di pace ce n’è sempre più bisogno.

    Tutti parlano di pace ma nessuno educa alla pace. A questo mondo, si educa per la competizione, e la competizione è l’inizio di ogni guerra. Quando si educherà per la cooperazione e per offrirci l’un l’altro solidarietà, quel giorno si starà educando per la pace”. (M. Montessori)

    Crediamo nella peer education: sostegno tra pari e nel piccolo: tentiamo di incoraggiarla. Funziona perché è ancora la relazione la chiave che apre tante porte e perché sostenendosi a vicenda, i ragazzi crescono visibilmente nell’autostima e nella conoscenze, oltre che nella solidarietà, responsabilizzandosi affinché nessuno sia lasciato indietro.

    Così a lettere cubitali abbiamo scritto  sulle nostre pareti: TUTTI PER UNO, UNO PER TUTTI.

    Per provare a sintonizzarci con questi desideri occorre però che tutti facciano la loro parte:

    • gli indispensabili volontari: dalle giovani in Servizio Civile volontario, alla preziosissima maestra ricca di esperienza e competenza, ai prof. delle materie specifiche, sia quella che garantisce una presenza quotidiana con estrema passione, professionalità e altrettanta pazienza, a quelli che accompagnano i ragazzi per appuntamento alcuni giorni della settimana.

     Nel limite del possibile soprattutto per i più grandi si tenta di privilegiare il rapporto uno              (max due) a uno tra ragazzi e insegnanti.

    La collaborazione con il CIF e con la cooperativa ADAN che ha sostenuto i ragazzi anche in          altre attività (es. un Campo scuola sul Pollino) è davvero essenziale.

    • Un fiore all’occhiello poi sono i volontari del quartiere: chi egregiamente c’è stato fin dall’inizio e non molla e poi, con nostra immensa gioia, i giovani che a partire da quest’anno e senza demordere si prendono cura dei loro “fratelli” più piccoli.
    • I genitori con i quali ci confrontiamo volentieri personalmente, ma anche attraverso alcuni incontri di insieme, senza far mancare i preziosi momenti di festa in cui ci regaliamo anche la degustazione di specialità di altri paesi.
    • I protagonisti principali, che sono i circa 30 ragazzi iscritti (ahi noi, pochi quelli costanti),
    • E poi, anzi prima di tutto, c’è la scuola che noi semplicemente e umilmente intendiamo supportare. Sono ottimi i rapporti con la scuola elementare del quartiere, ma sono stati avviati anche alcuni contatti e confronti con altre scuole. Intendiamo incrementarli ritenendo indispensabile questo dialogo.

    É proprio vero che per far crescere un bambino occorre un intero villaggio.

    É altrettanto vero che il villaggio cresce se cresce bene ogni bambino.

    Il Signore che veglia su di loro, ce li affida anche così: chiedendoci di operare attraverso una realtà così fragile, che crede in ciò che fa, si prefigge obiettivi a volte distanti, ma ha soprattutto il desiderio ed il piacere di esserci. Insieme cresciamo e ci educhiamo a portare la nostra goccia. “Se ognuno fa qualcosa si può fare molto” diceva don Pino Puglisi. Questa è solo una fra le attività di una parrocchia in fermento che tuttavia cresce non tanto e non solo per le attività ma perché tutti qui trovano CASA e tanto desiderio di fare del mondo una casa per tutti.