Unzione degli Infermi

Unzione degli infermi Parrocchia Santa Maria Della Speranza di Bucaletto a Potenza

Il Sacramento dell'Unzione degli Infermi

Testimonianze relative all’Unzione degli infermi si tro­vano fin dai tempi antichi nella tradizione della Chiesa, segnatamente in quella liturgica, sia in Oriente che in Occi­dente. Sono da ricordare in proposito, a titolo speciale, la lettera scritta dal pontefice Innocenzo I, nostro predecessore, a Decenzio, vescovo di Gubbio, e il testo della veneranda preghiera usata per benedire l’olio degli in­fermi: « Effondi, o Signore, il tuo Spirito Santo Paràclito », la quale fu inserita nella Prece eucaristica ed è tuttora conservata nel Pontificale Romano.
 
Con il passare dei secoli, nella tradizione liturgica furono più esattamente precisate, anche se in vario modo, le parti del corpo dell’infermo che dovevano essere unte con l’Olio santo, e furono aggiunte più formule per accompagnare con la preghiera le unzioni: queste formule sono appunto contenute nei libri rituali delle varie Chiese. Durante il Medioevo, nella Chiesa Romana invalse la consuetudine di ungere gli infermi nelle sedi degli organi di senso, con l’uso di questa formula: «Per istam sanctam Unctionem, et suam piissimam misericordiam, indulgeat tibi Dominus quidquid deliquisti», formula che veniva addattata a ciascuno dei sensi.
 

Dato, poi, che l’olio d’oliva, quale fino ad ora era prescritto per la validità del sacramento, in alcune regioni manca del tutto o può essere difficile procurarlo, abbiamo stabilito, su richiesta di numerosi vescovi, che possa essere usato in futuro, secondo le circostanze, anche un olio di altro tipo, che tuttavia sia stato ricavato da piante, in quanto più somigliante all’olio d’oliva.

Per ciò che riguarda il numero delle unzioni e le membra da ungere, ci è sembrato opportuno procedere ad una semplificazione del rito.
Pertanto, poiché questa revisione tocca in alcune parti anche lo stesso rito sacramentale, con la nostra autorità apostolica decretiamo che, per l’avvenire, sia osservato nel rito latino quanto segue:

IL SACRAMENTO DELL‘UNZIONE DEGLI INFERMI SI CONFERISCE A QUELLI CHE SONO AMMALATI CON SERIO PERICOLO, UNGENDOLI SULLA FRONTE E SULLE MANI CON OLIO D’OLIVA O, SECONDO L’OPPORTUNITÀ, CON ALTRO OLIO VEGETALE, DEBITAMENTE BENEDETTO, E PRONUNCIANDO, PER UNA VOLTA SOLTANTO, QUESTE PAROLE: « PER ISTAM SANCTAM UNCTIONEM ET SUAM PIISSIMAM MISERICORDIAM ADIUVET TE DOMINUS GRATIA SPIRITUS SANCTI, UT A PECCATIS LIBERATUM TE SALVET ATQUE PROPITIUS ALLEVET».

Tuttavia, in caso di necessità, è sufficiente compiere una unica unzione sulla fronte oppure, in particolari condizioni dell’infermo, in un’altra parte più adatta del corpo, pronunciando integralmente la formula anzidetta.

Questo sacramento può essere ripetuto, qualora l’infermo, dopo aver ricevuto l’Unzione, si sia ristabilito e sia poi ricaduto nella malattia, oppure se, perdurando la medesima infermità, il pericolo diviene più grave.

Requisiti

  • É necessario essere battezzati;